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al testo di Amina Narimi
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Mio figlio, unico, l'ha cresciuto il cielo. a gioia Ottantotto giorni buio -in attesa- le spalle lente d'anima recisa l'oscurità.consentita per dare alla luce,vivendo.
-Quando hai fatto La più Tua grande Rayuela, in cielo, saltando dal ventre senza respiro, ti ho lasciato. uscire.Tremante. Del resto avevi la determinazione di un fiore ed io un pugno di terra, malmessa. senza radici nè odore-
Poso l'orecchio sul bronzo, lucenti le sento parlare voltarsi al mio giunger la sera "Stiamo bene" - continuando di un giovane che non conosco, nella voce nel suono che mette mia nonna per lui svela un cerchio di luce che confonde mia madre, poi me - Lo vedrai salire sugli alberi~dice~ discendere a sera come una foglia e felice fare il salto dai tronchi a raccoglier ninive, preghiere, dai buchi. Oh !m'incanta : quel suono perfetto che posa disegnando un otto sull'erba come un sorriso che tace all'angolo della sua bocca coi piedi tesi nell'aria a schiarire i suoi occhi
"Sempre lo stesso quel canto Lo fanno i bambini del cielo.in rayuela"
ricombina il verdetto nell'atto converge il silenzio si posa alla testa la strage al banchetto delle lesioni il perdono. In azzardo singhiozzi. Ponendo sul piede funambolo l'orlo di una poesia senza lasciare pertugi, giochi in apnea, senza congedo. il sangue privato d'amore espulso in un tuorlo l'aborto bruciò le suppliche, il tempo di un lampo Trovò me.Sprovvista-
d'epifania, quando mia madre ha potuto, fermare quel pianto. "Calmati ora. Va tutto bene. C'è qualcuno Chiede di te. Asciugati il viso. Non possiamo ti trovi così"
In cielo sgomenta Madre. Onorando la neve Nel sole Fermo l'll rosario In un momento L'urgenza Di andare Da lui .a gioia La più mia |
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